Per molti, ma non per tutti, il ramo d’oro è un libro che tratta di mito, magia e religione.

Per altri, il ramo d’oro è il vischio, pianta magica medicinale, ricercata dai druidi e sacra a Proserpina, Regina degli inferi; cosiddetto perché le foglie del ramo reciso assumono un colore dorato.

Per alcuni, che conoscono l’Eneide, il ramo d’oro è il lascia passare che permette all’eroe di visitare da vivo il regno dei morti dove riceve dal padre Anchise la profezia sul destino che lo attende dopo l’arrivo nel Lazio.

Per non molti, avvezzi a pensare per analogia, il ramo d’oro è il lascia passare per poter attraversare questo mondo moderno, sentito come infero, uscendone spiritualmente vivi e vittoriosi Questo  ramo è fatto di tradizioni idee e comportamenti.

Per pochi, in grado di vedere oltre le prime apparenze, non esiste alcun ramo d’oro e non vi è alcun viaggio da intraprendere, avendo riconosciuto che il mondo fenomenico è una sola proiezione  della mente.

Per pochissimi, che sono aldilà dei vincoli della mente e dell’io, il ramo d’oro è tutto e niente di quanto detto in precedenza, indifferentemente, con sereno distacco, perché con o senza di esso già partecipano all’incondizionato.

Per chi e oltre ancora, qualsiasi parola diventa insufficiente, ma non si può escludere che il ramo d’oro torni ad essere semplicemente un libro letto in gioventù, oppure il vischio, o magari il nome di un negozio di fiori o di una trattoria di campagna…

Per tutti coloro che non vogliono arrendersi, infine il ramo d’oro è un’associazione di militanti che da molti anni, nonostante tutto, si ostinano a combattere a loro meglio il vuoto, il brutto, il falso, ispirandosi all’alla massima della sapienza senza tempo.

Nascosto in un albero folto è un ramo che ha foglie d’oro e il gambo flessibile, sacro a Proserpina, tutta la selva lo copre e fitte ombre lo cingono di convalli.

A nessuno è dato di entrare nei regni segreti se prima non svelle quest’aureo germoglio. La bella Prosperina vuole che a lei si riservi questo tributo; al primo staccato non manca Il secondo d’oro anch’esso,  il ramo di foglie d’oro si veste.

Dunque, ben addentro osserva con gli occhi e trovatolo, come il rito prescrive,  staccalo con la tua mano.

Quello da sé docilmente verrà alla tua mano se il fato ti elegge,  altrimenti non forza ti giova a piegarlo, ne’ duro ferro a strapparlo.

Eneide

Virgilio (70 – 19 a.C)